Il 30 aprile si è svolto a Lecce, in pieno centro, un presidio antireligioso con mostra, volantinaggio, megafonaggio. Si era in piazza a parlare di sessualità, aborto, libertà personali, oscurantismo. Tutte questioni ossessivamente trattate dalla Chiesa con l’intento di intromettersi violentemente nell’intimità di ognuno. Fin qui niente di strano se non che i terribili manifestanti, per divertirsi un po’, offrivano anche un piccolo menù a base di vino della madonna, pen di spagna, caramelle del libero amore, ostie sconsacrate. Inoltre un po’ di giochi divertenti allietavano il pomeriggio assolato della bigottissima e borghesissima Lecce città. Ma si sa, gli sgherri in divisa non amano divertirsi se non massacrando di botte i malcapitati che finiscono nelle loro caserme e nei loro commissariati, così hanno gridato allo scandalo. Vilipendio, vilipendio, questo è vilipendio! Così, dopo che alcuni digossini avevano tentato di filmare con una videocamera una foto di
Ratzinger che veniva bersagliata di freccette da manifestanti e passanti, ed essere
stati allontanati dal presidio, hanno ben pensato di intervenire in forze, addirittura con caschi alla mano per prendersi la vituperata foto. Tutto questo mentre decine di persone passeggiavano e potevano rendersi conto dell’agire
violento e censorio della polizia, diretta in quel momento dal vicequestore e
capo della Digos Raffaele Attanasi, il quale, non pago dello scompiglio
creato, ha anche minacciato di morte un compagno anarchico se lo avesse sfiorato. “Ti cerco e ti ammazzo” sono state le sue parole. Inutile dire che il casino
creato dalla polizia (ma non dovrebbero mantenere l’ordine pubblico?), ha
suscitato molto interesse nei passanti, che si sono fermati a guardare la
mostra e a prendere il volantino. Intanto, polizia e carabinieri accorsi indietreggiavano davanti ai manifestanti che li apostrofavano come fascisti
mentre, al megafono,si spiegava alla gente l’accaduto.
anarchici
Di seguito il volantino diffuso nel corso dell'iniziativa.
DiversaMente
Affermare che violenze e abusi sessuali sui minori siano conseguenza dell’essere omosessuali, è un atto terroristico in piena regola. Significa negare la libera scelta sessuale degli individui, considerandola, in taluni casi, come una vera e propria malattia da debellare, onde evitare di commettere uno dei crimini più disgustosi che si possano immaginare. È questo il discorso che si sono sentite in dovere di fare le alte cariche della Chiesa, nel bel mezzo della bufera del cosiddetto “scandalo pedofilia”, in cui sono coinvolti preti di tutto il mondo, coperti dalle più alte cariche del Vaticano – Pontefice compreso.
Un discorso del genere, oltre a sopprimere ogni possibilità di autodeterminazione della propria esistenza, getta le basi per la messa al bando dei “diversi” e legittima, socialmente e culturalmente, le persecuzioni nei loro confronti. Le aggressioni che sempre più spesso si ripetono ne sono un chiaro esempio. Si tace quando un gay viene accoltellato per inveire contro l’uso della “pillola abortiva” in nome della difesa della vita dei “non-nati”, per tornare a tacere quando un integralista cattolico ammazza un medico abortista. Evidentemente non tutte le vite sono uguali e degne di essere vissute nello stesso modo. Tale concezione, del resto, si pone in continuità con tutta la storia di discriminazione che accompagna la Chiesa cattolica e le religioni di tutto il mondo.
Ma se da un lato, con simili affermazioni, il Vaticano prova a distogliere l’attenzione dalle orribili malefatte dei suoi rappresentanti, dall’altro, forte di un clima socio-politico particolarmente favorevole, prova a condizionare la vita di ognuno per mezzo di pratiche di controllo sul corpo e sulla mente, perseguendo il suo scopo millenario: la sottomissione e l’obbedienza delle masse per mezzo dell’oscurantismo.
Intromettersi nell’utero di ogni donna e sbirciare sotto le lenzuola degli individui sono infatti pratiche finalizzate esclusivamente al controllo sociale: la Chiesa affianca in questo modo lo Stato nel compito fondamentale per la sua sopravvivenza e perenne riproduzione. Non a caso la campagna contro la distribuzione della pillola abortiva è stata portata avanti con indicazioni di voto precise a favore degli schieramenti politici più conservatori e reazionari. È un chiaro esempio di questa nuova forma di collaborazionismo tra Stato e Chiesa, la cui contropartita è stata la presa di posizione dei neogovernatori di Veneto e Piemonte contro la distribuzione della pillola abortiva negli ospedali delle regioni da loro governate, nonché l’assordante silenzio di qualsiasi esponente politico dopo le dichiarazioni del cardinal Bertone sul rapporto tra omosessualità e violenza sui minori.
A qualcuno potrebbe sembrare strano sentir parlare di collaborazionismo tra Stato e Chiesa, ma basta guardare indietro alla storia per vedere come l’autoritarismo di queste due istituzioni sia sempre andato a braccetto.
Durante la guerra civile in Spagna, per via di questo stesso collaborazionismo, i rivoluzionari fucilavano i preti e incendiavano le chiese incendiate. Se si fosse percorsa ovunque quella strada, forse ora non staremmo parlando di tutto ciò…
Eretici