NEL PASSATO, IL PRESENTE

[Di seguito un volantino in solidarietà con i compagni arrestati a Torino, diffuso presso la stazione di Brindisi, in occasione dell'esposizione di una mostra sulla migrazione tra passato e presente. La mostra, allestita nei vagoni di un treno merci ha già fatto tappa nelle stazioni di Lecce e Brindisi. Proseguirà il suo percorso presso la stazione di Taranto (dal 1 al 4 marzo), la stazione di Bari (dal 5 al 11 marzo) e la stazione di Foggia (dal 6 al 15 marzo). Infine farà tappa a Torino (dal 18 al 21 marzo).]


NEL PASSATO, IL PRESENTE

“Migranti” è il nome di una mostra, visitabile in questi giorni su un treno merci, che fa tappa nelle stazioni di tutti i capoluoghi pugliesi. Una mostra che racconta di migliaia di poveri disperati che prendevano la nave per raggiungere un altro continente, in cui immaginavano la possibilità di sfuggire ad una vita fatta di miseria. Parla di quanto fossero disprezzati questi uomini e queste donne, per via delle accuse di rubare il lavoro alla gente del posto. Di come fossero dipinti dalla propaganda mediatica come ladri, criminali feroci e banditi senza scrupoli. Una mostra che racconta di come fossero emarginati, considerati poco più che bestie e molto meno che uomini, e come tali spesso linciati da “onesti cittadini”. Di quella che era “l’accoglienza” che li attendeva, fatta di cordoni sanitari e quarantena, internamento in campi gestiti col manganello e lugubri baracche in cui abitare ammassati. E di come fossero trattati coloro che propugnavano idee pericolose, sovversive: quegli anarchici così spesso incarcerati o espulsi come “indesiderabili”.

Insomma, una mostra su quanto accadeva ai pugliesi e agli italiani un secolo fa… O forse no, forse non è una mostra, ma uno spietato quadro di quanto accade oggi: basta aggiungere il colore a quelle foto ed invertire le parti: gli italiani non sono più quelli che partono, ma coloro che “ricevono”. I poveri che partono per un lunghissimo viaggio verso l’ignoto hanno solo un volto diverso, ma il disprezzo che li accompagna, l’emarginazione che li attende, il razzismo che incontrano sono gli stessi. Come identiche sono le condizioni di sfruttamento e l’odio che incontrano da parte di chi – spesso sfruttato quanto loro –, è condizionato dalla propaganda mediatica che dipinge gli stranieri come ladri, criminali e banditi, per mettere gli uni contro gli altri ed impedire che l’odio sia incanalato nel giusto binario: non più l’odio razziale, etnico o religioso, bensì l’odio di classe.

Quanto ai campi che li attendono, anche quelli sono esattamente gli stessi, gestiti dagli stessi manganelli e dalle associazioni di carità: Croce Rossa, Misericordia, cooperative sociali… Ora si chiamano CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e uno di questi è anche a Brindisi, in località Restinco, presidiato dai militari del Battaglione San Marco, corpo d’élite della Marina Militare. Quella stessa Marina che al largo delle coste provvede ad intercettare, respingere e – se è il caso – affondare le navi di disperati in arrivo.

Infine, gli anarchici. Anche costoro sono rimasti gli stessi e continuano a propugnare le stesse idee sovversive e la stessa opposizione al dominio, che lo Stato prova a fermare nel solito modo: col carcere. Come ha fatto lo scorso 23 febbraio a Torino, quando ha arrestato sei compagni per la loro infaticabile lotta contro tutte le ignominie rappresentate nella mostra “Migranti”: la povertà, il razzismo di Stato, lo sfruttamento, i campi di internamento e le deportazioni, oltre a tutto ciò che le genera: gli Stati, le frontiere, i documenti.

A questi compagni va la nostra incondizionata solidarietà e complicità: la loro lotta prosegue nella nostra. Riconoscere nel presente le stesse infamie del passato è il primo passo affinché le mostre che ricordano gli orrori del passato vengano rimpiazzate dalla libertà, che elimini quegli orrori dalla Storia.

Per la chiusura e la distruzione di tutti i Centri di Detenzione.

Andrea, Fabio, Luca, Marco, Maya, Paolo liberi.

Nemici di ogni frontiera