Che se ne vadano tutti - Per uno sciopero elettorale generale

Sappiamo bene cosa ci aspetta nelle prossime settimane. Un’estenuante campagna elettorale condotta da vecchi e giovani saltimbanchi della politica, pronti a tutte le lusinghe e raggiri pur di estorcerci il voto. Guardateli come si stanno travestendo, assumendo nuovi nomi per rendersi più presentabili. Ascoltateli come si riempiono la bocca di Popolo e Democrazia, queste allucinazioni collettive che vengono evocate di continuo solo per attirare i gonzi. Eppure, ormai lo hanno capito anche i bambini: fra destra e sinistra, fra un Berlusconi e un Veltroni, non ci sono sostanziali differenze. Sono come la Coca e la Pepsi, che si contendono il mercato offrendo il medesimo prodotto, limitandosi a confezionarlo in maniera diversa. I rispettivi piazzisti possono anche litigare, insultarsi, ricorrere a colpi bassi, ma la comune identità di obiettivi resta inalterata. Sentiamoli sulle questioni più controverse del momento: tutti sono favorevoli alle missioni militari all’estero, all’alta velocità in Val Susa, all’ampliamento della base USA di Vicenza, ai centri di permanenza temporanea, alle “leggi scellerate” sulla sicurezza… né si può dire che si differenzino granché per le loro ricette in materia economica. Le prospettive sono talmente intercambiabili da spingerli a scagliarsi reciproche accuse di plagio.

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